Il Nostro Repertorio

ADIEU A L’ENGIADINA
di Toni Gaugler – Canto d’autore
L’Engadina, chiamata Engiadina nella lingua parlata della sua popolazione, è una lunga e bellissima vallata incisa tra le montagne (Alpi Retiche) e arricchita dal canto dello scorrere del fiume Inn ed è uno dei più pittoreschi paesaggi svizzeri. Offre nell’alta Engiadina una larga valle di modellamento glaciale allietata da pittoreschi laghi (St. Moritz) e nella bassa Engiadina da bellissime vette (la più imponente è quella del Bernina) con una flora ricchissima di varietà rare. Il primo popolo storico furono i Reti, di origine Etrusca, che con le loro continue scorrerie nelle terre del Lario e della valle padana, attirarono l’attenzione di Roma, che all’epoca di Augusto li sottomise. Nelle successive vicende storiche passò anche sotto il dominio dei Vescovi di Trento e proprio un trentino, Giovanni Segantini, ci ha regalato le immagini pittoriche più suggestive di questo paesaggio. Questo antico canto, straordinario per l’armonia e i valori musicali espressi aderenti allo spirito tradizionale è diventato un classico dei canti ladini. E’ l’addio che ogni emigrante rivolge al suolo natio. Il crescente ed il fortissimo delle ultime misure, sono una chiara intenzione, altamente drammatica, di questo sentimento.

AL COMANDO DEI NOSTRI UFFICIALI
di Antonio Pedrotti – Canto Alpino
Canto degli alpini – Un altro bellissimo canto degli alpini risalente alla guerra del 1914-1918. Vi è sempre una profonda umanità in questi testi dove non si parla mai di odio, e la guerra è vista sempre come una fatalità da subire. Essi parlano più volentieri della nostalgia della casa o della mamma.

ALL’ALBA DEL MATTINO
di Armando Saielli – Canto popolare
E’ il canto della natura, della gente semplice. E’ il canto dei nostri monti. Racconta del Cusna e della terra dell’Appennino… terra dove si snodano fiabe plasmate da uomini d’altri tempi, fiabe di paesi e voci, scandite dallo scorrere delle stagioni.

AMICI MIEI (Amazing Grace)
di John Newton – Canto religioso
Amazing Grace fu uno degli inni più amati dai neri, nonostante fosse stato composto proprio da un ex mercante di schiavi. Trattandosi di un testo scritto appositamente, non sussistono dubbi o diverse interpretazioni sui versi. Pur non trattandosi propriamente di uno spiritual, bensì di un inno, la sua fama lo ha portato ad essere interpretato da numerosi cori e solisti gospel e a diventare uno dei più celebri canti popolari del mondo. Gli studiosi affermano unanimemente che Amazing Grace è il canto più amato e più cantato nelle assemblee liturgiche delle chiese afro-americane.

ATTESA
di Alessandro Buggiani – Canto d’autore
Si racconta in maniera quasi allegorica di un attesa di qualcosa o di qualcuno. E questa attesa è così ricca di sentimenti ed emozioni che alla fine non è più importante se quel qualcosa, o qualcuno verrà….se verrà…..

BELLE ROSE DU PRINTEMPS
di Teo Usuelli – Canto popolare
E’ una di quelle melodie popolari che nei secoli passati hanno percorso l’Europa seguendo vie misteriose, spinte forse soltanto dalla loro bellezza, dal fascino che hanno esercitato su ascoltatori di ogni paese e tradizione. Nel documentario “Italia K2” servì a sottolineare con struggente commozione la scena in cui il corpo dello sfortunato alpinista valdostano Mario Puchoz viene calato a valle dai compagni.

CANTARE
di Bepi de Marzi – Canto d’autore
Il brano di Bepi de Marzi che vi proponiamo qui oggi, è una pagina di poesia in parole e musica che scende nell’anima a farci cogliere proprio l’angolo segreto in cui nasce la contemplazione della natura e da cui – insieme alla gioia – sgorga il desiderio dolce e irrefrenabile di condividerla attraverso il canto. Il pezzo è dedicato a tutti, ma in particolare a chi vuole ritrovare quella pacificante comunione con la natura che rasserena e dissolve ogni tensione. Il brano alleggerisce e dilata il cuore restituendoci un po’ di quello spazio segreto dove vive la Bellezza del creato. Chi meglio di un compositore incredibile come Bepi de Marzi, può dire di conoscere i luoghi segreti della natura dove si genera la Musica.

CANZONE CONTENTA
di Alessandro Buggiani – Canto d’autore
Difficile pensare ad una canzone contenta: è così facile lamentarsi e pensare ai propri dolori… ma cosa si può fare per dimostrare vera gioia? È il nostro atteggiamento a fare la differenza: prima di tutto lo sguardo avanti, la fronte distesa, il respiro che si fa profondo… e poi un largo sorriso, tre salti avanti, e.. perchè no… una bella corsa in discesa. Forse, forse… si può fare davvero una canzone contenta. (oppure NO?)

CORTESANI
di Bepi de Marzi – Canto d’autore
La contrada del silenzio: Cortesani piccola contrada deve lasciare il posto ad una strada, ma la gente si ribella. La prima strofa parla del dolore, l’abbandono, la malinconia; la seconda strofa si apre alla speranza.

DAUR SAN PIERI
di Marco Maiero – Canto d’autore
Oltre la chiesetta di San Pietro, a Tricesimo, ci sono le colline ferme nel silenzio. Là i pensieri tornano a cercare speranze nelle risposte a impossibili perché, Là torna l’emozione dei primi amori segreti e si rinnovano i sogni sereni. Là tutti i sogni si cercano sempre, portano il bene. I sogni tornano ad essere i fugaci chiarori, che incrinano il buio dei giorni.

DI CHI TI CHIAMA SANTA
di Alessandro Buggiani – Canto d’autore
La notte di natale è un emozione, sempre. Lo è per tutti, per chi crede e per chi no. Per tutti è la notte del ritorno a casa, la notte delle amicizie: Notte calma, notte di silenzio, so che attendi la mia voce. E sarà un nome appena sussurrato che a fatica ascolterai.

DORMONO LE ROSE
di Bepi de Marzi – Canto d’autore
Non so perché è stato scritto questo brano ermetico. So che leggendo il testo si vive la “Poesia”, quella poesia che descrive un particolare momento della vita sospeso fra memoria e canto. “Dormono le rose”, mentre il ricordo dei giorni innamorati sono evocati da un suono, un suono che non deve fermarsi per poter poi ritornare, come eco di conforto, al cuore che piange.

ENTORNO AL FOCH
di Arturo Benedetti Michelangeli – Canto di montagna
Pochi canti, come questo trentino, sanno rendere intatta l’atmosfera di una famiglia attorno al camino nell’attesa che la minestra finisca di bollire. La mente di tutti vaga su per il camino, seguendo i guizzi capricciosi e imprevedibili del fuoco, e intanto si parla del più e del meno, si canta, si pensa ai propri cari che non ci sono più, si fantastica e ci si dimentica quasi di dove si è. Poi all’improvviso la minestra bolle. Splendida e rispettosa l’armonizzazione del grande maestro Arturo Benedetti-Michelangeli.

ERA SERA
di Luigi Pigarelli – Canto di montagna
Un canto probabilmente già noto nell’ottocento, durante il periodo del risorgimento, è stato poi ripreso e diffuso durante la prima guerra mondiale: l’addio alla propria bella è mitigato dalla speranza di poter finalmente baciare i suoi capelli là sul campo della vittoria.

FIABE
di Marco Maiero – Canto d’autore
I nostri giorni profumano anche di amori impossibili, fiabe improbabili di un attimo intenso di vita. Ma il tempo ricorda. Forse le nostre fiabe rimangono vive, come anelli di stagioni, nei rami di un vecchio gelso.

FIORI DE CRISTAL
di Antonia Dalpiaz – Canto di montagna
Canzone scritta per ricordare una tragedia, avvenuta nei pressi del rifugio “12 apostoli” sulle dolomiti del Brenta. La melodia è dolce e struggente, il testo è una poesia che ricorda al viandante come nella natura incontaminata delle nostre montagne brillano spesso cristalli di ghiaccio che come fiori ci parlano di chi ci ha lasciato.

GLI OCCHI DI CATERINA
di Ivan Cobbe – Canto popolare
E’ una storia d’altri tempi quella di Caterina, una sorta di favola moderna. Trascorre le sue giornate su di una sedia a dondolo, al centro del grande salone, ascoltando musica classica e dilettandosi nella sua grande passione: il ricamo. Il tutto, dopo avere sbrigato le piccole faccende domestiche, che la fanno sentire viva, in bilico tra fantasia, serenità ed un pizzico di nostalgia per gli anni trascorsi oltre oceano. Quanta vita dentro a quel vecchio cuore? Quanti occhi han visto i suoi occhi stanchi? Quante mani han stretto queste mani prima di tremare? Caterina in uno scrigno custodisce tutti i suoi segreti. E allora “è rimasto ancora un po’ di tempo, è rimasta ancora un po’ di voce come tutte le sere, prima di dormire, camomilla e segno della croce”.

IMPROVVISO
di Bepi De Marzi – Canto d’autore
La canzone e’ nata dall’emozione provata dal suo autore, davanti ad uno stupefacente spettacolo della natura; il sole tramonta, l’ombra avvolge i monti, la luce dell’orizzonte ci fa elevare lo sguardo al cielo ed ecco il pensiero di Dio che “spegne il giorno, ma colora i nostri sogni”.

IN CIL ‘E JÈ UNE STELE
di A. Mascagni – Canto popolare friulano – armonizzazione di Andrea Mascagni
In cielo c’è una stella che brilla splendidamente, è la più bella di tutte, è la stella dell’amore. Quando spunta la mattina e la stella si allontana, io ti dico: “Ciao, piccolina, ci rivedremo domani!”. Iò ti dis: “Mandì, ninine, si viodarìn doman”.

I PASTORI
di Bepi de Marzi – Canto d’autore
Il Salmo 22 dice “Il Signore è il mio pastore”. I pastori seno sempre umili. La notte è silenziosa ma un suono dolce si sente a Betlemme: è la loro ninna nanna. E cantano i pastori e cantano la pace. È nato il Re del Tempo Nuovo: si fermano le stelle sulla grotta e il vento tace.

L’ULTIMA NOTTE
Canto degli alpini
Il racconto di una notte di natale di guerra: E’ la lunga marcia degli alpini in terra russa, quando i fucili si trasformavano in croce, sulla tomba dei caduti

LA BALLATA DEL SOLDATO
di Barry Sadler e Robin Moore – Canto popolare
Ballad of the Green Berets è una canzone patriottica in forma di ballata che celebra i “Berretti verdi”, forze speciali dell’esercito degli Stati Uniti d’America, pubblicata nel 1966 dalla RCA Victor. La canzone venne composta da Robin Moore, e dal vero sergente dei marines Barry Sadler, mentre quest’ultimo si stava riprendendo da una ferita a una gamba ricevuta combattendo in Vietnam. Si tratta di una delle poche canzoni degli anni sessanta a ritrarre i militari sotto una luce positiva, e per questo venne all’epoca considerata un brano altamente reazionario e conservatore dalle schiere di giovani hippie. Nonostante questo, il brano divenne un grosso successo di classifica. La versione italiana della canzone si intitola La Ballata del Soldato, e venne interpretata dal Quartetto Cetra.

LA BELLA GIARDINIERA
di Giovanni Veneri – Canto popolare
Raccolta a Calceranica, sulle rive del lago di Caldonazzo, questa simpatica e ingenua canzone di indubbia origine popolare, ripercorre la mesta avventura della bella giardiniera, che si porta sino alla tarda età il peso delle proprie giovanili delusioni amorose

LA LIGERA
di Fedele Fantuzzi – Canto d’autore
La ligera è figlia delle terre reggiane; Gli operai di basso livello, le ligère, appunto, spesso perdevano il lavoro perchè si ubriacavano all’osteria, lasciando debiti ovunque. Un ragazzo, con la scusa che quel giorno non c’era da lavorare, passeggia sotto le finestre della morosa. E quasi quasi, invece che andare a lavorare, se ne andrà alla “spiaggia del mare”.

LA MONTANARA
di Luigi Pigarelli – Canto di montagna
Considerato l’inno internazionale della montagna, è ispirato alla leggenda di Soreghina, figlia del Sole: la principessa Soreghina viveva solo quando splendeva il sole; di notte s’immergeva in un sonno profondissimo.

LA PASTORA
di Luigi Pigarelli – Canto di montagna
La storia della pastora che pascola i suoi agnelli e del lupo cattivo che si divora la più bella capretta è antica quanto il mondo rurale e rispecchia le paure più profonde che secoli di vita dediti alla pastorizia hanno accompagnato intere generazioni di contadini e di montanari.

LA PREGHIERA DELL’ALPINO
di Giovanni Veneri – Canto degli Alpini
Fu il colonnello Gennaro Sora, il leggendario alpino che partecipò alla spedizione al Polo Nord al seguito del generale Nobile, che scrisse la prima versione di questa preghiera il 4 luglio 1935 dal trentino. Fu ritrovato infatti il manoscritto di suo pugno su uno sgualcito foglio di carta a quadretti in una lettera scritta alla madre. Il cappellano chiede alle autorità ecclesiastiche di rimodernare tale preghiera con un riferimento particolare alla Madonna degli Alpini, e concedesse nello stesso tempo la facoltà di recitarla in chiesa. Da allora, in ogni ricorrenza religiosa questa preghiera viene recitata al termina della messa. Ora il maestro Veneri l’ha corredata della struggente melodia che oggi vi proponiamo.

LA SACRA SPINA
di Bepi De Marzi – Canto d’autore
Canto che unisce il sacro al profano. La vicenda narrata è ambientata nel borgo natale dell’autore, Arzignano, piccolo paesino arroccato sulle colline attorno Vicenza. Un frate, proveniente dall’oriente, arriva nel borgo attraverso Porta Cisalpina e porta con se un grande segreto: custodisce sotto la lingua una spina della corona di Gesù. Sentirete nel canto il crescere del mormorio della gente che man mano si accalca attorno al vecchio frate intonando i canti della fede.

LA SERA DEI BACI
di Arm Zanandrea – Canto degli Alpini
Canto degli alpini, struggente e malinconico. La guerra cancella tutto. I dolci baci dati alla sera, le coccole, le parole degli innamorati. Ragazzette non piangete se il vostro alpino è morto sui monti del Cadore; ricordate che il suo sacrificio vi ha donato la libertà.

LA VALLE
di Francesco Sacchi – Canto popolare
Il brano affonda le sue origini in Francia. Composto da Jacque Revaux divenne un successo mondiale con la voce di Frank Sinatra con il titolo di My Way. Le parole del canto La Valle non richiamano il testo originale ma ci parlano della nostalgia di un emigrante che sogna il ritorno alla sua verde e amata valle. Lassù, vicino al cielo, su ogni montagna, in ogni vita c’è una grande valle: così intima, così tua… che l’animo resta muto dinnanzi a tanta bellezza. Ed è la che vorresti tornare, è la che ritroverai, un giorno, tutti i tuoi amici, tutti coloro che nella tua vita hai amato… tutti coloro che amerai per sempre.

MONTE CANINO
di Anonimo – Canto degli Alpini
Canto popolare che fa riferimento al Monte Canin in provincia di Udine, teatro durante la prima guerra mondiale di aspri combattimenti tra l’esercito italiano e quello austriaco. Esso racconta e documenta ancor oggi le sofferenze degli alpini nel corso dell’estenuante guerra di posizione in cui gli eserciti contendevano palmo a palmo i terreni più impervi, costretti a combattere e a morire di ferite o di stenti a 2.500 metri di quota.

MONTE NERO
di Mario Lanaro – Canto degli Alpini
Il 16 giugno 1915, durante la prima guerra mondiale, i battaglioni Exilles, Pinerolo, Susa e Fenestrelle del 3º Reggimento Alpini comandato dal colonnello Donato Etna, con un’azione notturna occuparono la cima del Monte Nero, nelle alpi Giulie. L’impresa, che fu citata dalla stampa internazionale come esempio di brillante azione bellica, ebbe però un costo assai elevato in termini di vite umane; questo canto pare sia stato scritto e musicato dagli stessi alpini superstiti.

MONTE PASUBIO
di Bepi de Marzi – Canto degli Alpini
Uno dei più bei canti alpini, fiero e terribile. Gli alpini, senza paura, lasciano sul Pasubio un cimitero di sacrificio. Ed ora la, sulla strada del monte Pasubio è rimasta soltanto una croce, non si sente mai più una voce, ma solo il vento che bacia i fior.

NENIA DI GESU’ BAMBINO
di Luigi Pigarelli – Canto di Natale
Bellissima e popolare lauda natalizia piemontese, testo e melodia che sono vera poesia e vera musica. La commovente immagine del Bimbo che gioca con la barba di S.Giuseppe crea un clima di dolce tenerezza, e l’armonia che l’accompagna completa l’effetto.

NIKOLAJEWKA
di Bepi de Marzi – Canto degli Alpini
La battaglia si trasforma giorno dopo giorno in una dolorosa “ via crucis”: ad ogni tappa aumentano i morti, mentre gli altri cercano di uscire dalla maledetta sacca in cui li hanno costretti i russi. Nikolajewka è l’ultimo ostacolo da superare: all’alba del 26 gennaio del 1943 dopo dieci ore di lotta gli alpini passeranno. Tantissimi non ce l’hanno fatta…

NON APRITE QUELLA PORTA
di Alessandro Buggiani – Canto d’autore
Un canto allegro e scanzonato, quasi una filastrocca per bambini, del maestro Buggiani del coro Monte Sagro di Carrara ; inizia con l’evocazione del lupo cattivo e prosegue con la ripetizione ossessiva dell’ammonimento che generazioni di bimbi hanno sentito dai genitori e dai nonni: “non aprite quella porta, se la mamma lì non c’è”.

NO POTHO REPOSARE
di Salvatore Sini Rachel – Canto popolare
In origine intitolata “A Diosa”; oggi è un modo per dire a qualcuno di veramente speciale che cosa significa per me. Una dedica particolare a chi è sempre lontano: Non posso riposare amore del cuore, sto pensando a te ogni momento. Non essere triste gioiello d’oro, ne addolorata o preoccupata, perché ti amo forte, ti amo e ti amo. Prenderei lo spirito invisibile dell’angelo. Ti assicuro che desidero solo te, perché ti amo forte, ti amo e ti amo.

O CARA MAMA
di Giorgio Vacchi – Canto popolare
Fino a pochi anni fa, le risaie della pianura padana erano diserbate a mano dalle mondine, che passavano le giornate curve sotto il sole, con i piedi e le mani nell’acqua. I disagi e le speranze di queste donne erano testimoniate da un vasto repertorio di canti, con cui esse cercavano di alleviare la fatica. Il regista De Santis la utilizzò in parte per la colonna sonora di “Riso amaro” del 1949

OH MISTERO
di Marco Maiero – Canto di Natale
Brano d’autore che ripercorre con sonorità allegre i principali temi tipici del periodo natalizio

RIFUGIO BIANCO
di Bepi de Marzi – Canto di montagna
Chi frequenta la montagna ed i suoi rifugi, ritrova un itinerario classico, quello che ognuno serba fra i propri ricordi più belli, il cammino che ci conduce ad un rifugio di montagna. Fra una cima ed un’altra, ecco una sella dove si intravede una piccola casa bianca. Quella è la meta, il rifugio. E a sera i prati che abbiamo attraversato, ora sembra che continuino e si allarghino verso il cielo.

SAN MATIO
di Bepi de Marzi – Canto popolare
Sul colle di San Matteo si vedono ancora i sassi neri di un castello perduto. Vi abitava una regina crudele, innamorata del capitano delle guardie. Tutta la città sapeva di questa passione, ma i cantastorie raccontavano di un altro amore, quello dell’acqua chiara.

SENTI ‘L MARTELO
di Renato Dionisi – Canto popolare
Uno dei molti canti d’emigrante, ma sereno e disinvolto. Un martello “che batte le ore” fa da contrappunto a certi versi abbastanza sconclusionati. La campana a martello ricorda che il vapore sta per partire. Due carrozzine: una circondata di rose e di fiori, quella del papà, l’altra di giovanotti che fanno l’amore, quella della figlia che alla fine riuscirà a partire. Il testo, fa riferimento agli anni della grande emigrazione contadina verso America, Argentina e Brasile.

SIGNORE DELLE CIME
di Bepi de Marzi – Canto di montagna
Il brano è divenuto un successo mondiale, tradotto in centotrentaquattro lingue e adattato anche per esecuzioni orchestrali. Il brano è un moderno epicedio, una fervida commemorazione funebre in ricordo dell’amico dell’autore, Bepi Bertagnoli, tragicamente scomparso in montagna. In breve tempo il canto è diventato una universale preghiera

SOTTO SIERIS
di Marco Maiero – Canto d’autore
Affresco del suo mondo friulano, delle sue montagne, prima fra tutte il Montasio, sui cui alti pascoli i pastori trascorrono l’estate con i loro animali. Poi, ai primi segnali d’arrivo dell’autunno, ecco che ridiscendono, scrutando il cielo. Tutti coloro che vivono in montagna sanno che, più si sale, più il tempo cambia velocemente, e in un attimo una bella giornata di sole si trasforma in un temporale … e all’improvviso, eccola: la neve.

STELUTIS ALPINIS
di A. Zardini – Canto degli Alpini
Tra i maggiori musicisti friulani va ricordato Arturo Zardini, apprendista muratore, emigrato in Austria, poi capomusica di bande militari, diplomatosi in strumentazione al Liceo musicale di Pesaro, autore di una sinfonia, una messa, un inno degli alpini e di una trentina di villotte. Fra queste la famosissima Stelutis Alpinis, scritta nel 1921, dove il soldato morto fra i greppi, sulle porte della Patria invasa, dalla fossa fiorita di stelle alpine, ritorna col pensiero alla dolce donna, nella casetta solitaria. È un caposaldo indiscusso della musica corale che gli estimatori del settore trattano come “una reliquia” proprio per la sacralità di un testo che, pur non facendo riferimenti espliciti a scritti religiosi o liturgici, è considerato la vera preghiera dell’alpino, e spesso è cantato durante le celebrazioni liturgiche a cui partecipano i militari di montagna. Una melodia semplice, ma con un potenziale intimo di emozioni da far rabbrividire ogni volta che si ascolta.

SUL VOLO CHIARO
di Marco Maiero – Canto d’autore
Lungo il cammino della vita i ricordi sono un rifugio sicuro a cui non sappiamo o vogliamo rinunciare. “Ritorna ancora…” per non dimenticare e rivivere momenti di serenità e pace. “Ritorna ancora…” come fosse un coro di voci in un rifugio di montagna, come se fosse una storia d’amore nata all’improvviso e che ci piace raccontare quando gli anni segnano il tempo dei nostri brividi segreti.

TASAORO
di Marco Maiero – Canto d’autore
Sperduta e solitaria nell’aspro versante nord delle montagne più prossime all’operosa e caotica pianura friulana, la casera di Tasaoro attende l’autunno. La stagione è annunciata da folate di foglie gialle, dai ricci delle castagne, dalle ombre più lunghe e pigre, dai brividi di colori che corrono sulle montagne intorno a cercare faggi e betulle. Arriva sera e i sogni si fanno veri vicino al fuoco e i pensieri corrono col vento…

TU SCENDI DALLE STELLE
di Pedrotti – Canto popolare
Nell’armonizzazione del Coro SAT di Trento, uno dei più celebri brani natalizi.

VALORE ALPINO
di D’Estel & Travè – Canto degli Alpini
Valore Alpino, inno degli Alpini, più noto come il Trentatré. Il nome deriva proprio da fatto che era il 33º pezzo nel repertorio delle fanfare alpine dei primi reparti. E 33 sono i passi da fare marciando normalmente contando il passo fatto sempre con il sinistro e sul quale deve sempre essere dato qualsiasi ordine di marcia. 33 è il suono dei primi quattro accordi della marcia, che, vagamente, suonano come la parola «trentatré»

VARDA CHE VIEN MATINA
di Bepi de Marzi – Canto di montagna
E’ il momento magico, della notte che lascia il posto al giorno. E’ il momento della partenza per il lavoro. Prima che spunti il giorno, in montagna, prima che il ciaro arrivi fin qua..

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